Fatalitàà (1892), Maternitàà (1904), Il libro di Mara(1919), Vespertina (1930), Il dono (1936), FonsAmoris (opera postuma del 1946). Tra i suoi intra-montabili componimenti, ne ho trovati alcuni dedi-cati alla Madonna: Natale di guerra (da Fons amo-ris), Il Calvario della madre (da Maternitàà), Litaniee I due rosari (da Il dono). Mi ha particolarmentecommosso quest’ultimo.I due rosariAvevo due rosarid’argento, con la piccola medagliadella Beata Vergine di Lourdes.Uno a te lo donai perchéé ti fossecompagno nelle notti in cui piùù il malet’era martirio, e con lo scorrer dolcedei chicchi fra le dita, nel pensierodi Dio placasse in te spirito e carne,fratello.All’un de’ polsi tu volestiquel rosario scendendo al tuo riposoprimo ed estremo: chéé altra sosta il mondo,fuor della tomba, aver non ti concesse.Ed io sull’altro a me rimasto sgranoa sera le solinghe Avemariete ripensando e le procelle e il santovero amor di tua vita, amor di patriascritto col sangue; e il tuo lungo patiree il tuo morir, su di te chiamandola luce eterna.Quando anch’io saròòdentro la terra con le mani giuntesul petto, all’un de’ polsi avròò un rosario:questo. – E gran pace, fifinalmente, in cuore,fratello.Nel nostro santuario si recita ogni giorno il santoRosario. Con piùù fervore e partecipazione l’abbiamorecitato nel mese di maggio, dedicato a Maria.Il Rosario èè una delle devozioni piùù care al popolocristiano, una delle preghiere piùù semplici e accessi-bili a tutti: bambini e anziani, sani e malati. Ci èè caroproprio per questo. Lo fu anche per Ada Negri, che inquesti versi ci offre un tenero ricordo.Ada aveva ricevuto in dono due rosari d’argentodall’amica, il soprano Rosina Storchio, alla quale ave-va dedicato la lirica Litanie. Uno decise di donarloall’amico scrittore Fernando Agnoletti, che era ricove-rato in un ospedale milanese. Dall’epistolario venia-mo a sapere che glielo portòò andando a trovarlo e, inquell’occasione, gli parlòò di Dio, “ma – lasciòò scritto- bisogna farlo piano e con tono lieve”. Agnoletto in-fatti non era un cristiano praticante e non voleva sentirparlare di Dio.In questa lirica, rivolgendosi idealmente all’amico,morto da pochi giorni, la poetessa gli confifida: “il ro-sario te lo donai perchéé ti fosse - compagno nelle nottiin cui piùù il male - t’era martirio”. E cosìì accadde.L’amico, che soffriva di una malattia terminale, co-minciòò a pregare il Rosario, e trovòò sollievo nei doloridell’anima e del corpo, tanto che prima di morire chie-se i sacramenti, e volle portare con séé nella tomba lacorona del Rosario: “All’un de’ polsi tu volesti - quelrosario scendendo al tuo riposo - primo ed estremo”.Sul Rosario a lei rimasto Ada pregòò molto perl’amico scomparso (“sgrano - a sera le solinghe Avema-rie”), ricordando il suo amore per la famiglia e perla patria, segnato da tempeste (procelle) e da tantisacrififici (amore scritto col sangue) e implorando perlui la luce eterna. Anche lei ora cerca la pace nellapreghiera e attende serena il momento in cui le sarààmesso tra le mani il santo Rosario.Par di sentire, sullo sfondo, la famosa preghieradel beato Bartolo Longo: “O Rosario benedetto diMaria, catena dolce che ci riannodi a Dio, vincolod’amore che ci unisci agli angeli, torre di salvezza ne-gli assalti dell’inferno, porto sicuro nel comune nau-fragio, noi non ti lasceremo mai.Tu ci sarai confortonell’ora dell’agonia.A te l’ultimo bacio della vita chesi spegne. E l’ultimo accento delle nostre labbra sarààil nome tuo soave, o Regina del Rosario di Pompei, oMadre nostra cara”.La Negri, ora sessantenne, era sostenuta dallafede. I sogni d’amore della sua giovinezza, le lotte perla giustizia e un sincero amore per il prossimo chel’avevano accompagnata nell’etàà adulta, la condus-sero, quasi naturalmente, all’incontro con Dio. Unincontro rigeneratore, favorito dalla fifigura di Mariasantissima,“Quella ch’èèVergine Madre,e in séé porta / ilpianto di tutte le madri” (Litanie). jIl Soccorso Perpetuodi Maria 5POESIE MARIANE