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                                  se la missione fosse riuscita, egli stesso si sarebbe im-pegnato a fondare nello stesso paese siciliano l’Arci-confraternita della madre del Perpetuo Soccorso edi S. Alfonso. Riuscìì ad appianare tutte le diffificoltàà ea predicare insieme con i suoi confratelli una lunga efruttuosa missione popolare della durata di tre mesicirca (16 novembre 1883 – 17 febbraio 1884) nellaquale numerose e spettacolari furono le conversioni.Testimone oculare dei fatti che accadevano sotto isuoi occhi decise di raccoglierli e divulgarli in un volu-metto, edito dalla Tipografifia palermitana delle LettureDomenicali, I trionfifi della grazia per intercessione di Ma-ria SS. del Perpetuo Soccorso.I fatti di Alcamo ebbero una grande risonanza atal punto che le missioni dei redentoristi furono ri-chieste da numerosi parroci e ovunque fu divulgata lanuova devozione mariana.A coadiuvare i redentoristi nella promozione delculto all’icona, contribuìì il sacerdote Nunzio Russo,fondatore dei missionari di San Francesco di Sales edelle suore Figlie della Croce. Egli inoltre fu l’idea-tore della tipografifia che volle dedicata alla Madonnadel Perpetuo soccorso nel capoluogo palermitano. IlRusso insieme con i suoi compagni predicavano mis-sioni popolari con il metodo redentorista in moltipaesi dell’agrigentino e del palermitano, diffondendodovunque la devozione alla Madonna del PerpetuoSoccorso. Una copia attualmente si venera nella chie-sa della casa Madre dell’Istituto delle suore a Palermo.A coadiuvare i redentoristi siciliani per la rinascitadella provincia religiosa, vennero in Sicilia un gruppodi padri della Provincia Romana, i quali nell’arco di cin-quant’anni divennero gli evangelizzatori delle massepopolari in tutte le diocesi dell’isola, predicando cen-tinaia di missioni popolari e divulgando in ogni paesela devozione all’icona.Tra questi ebbero un ruolo diprimo piano alcuni padri che avevano dimorato nellacomunitàà di Bussolengo: Isidoro Fiorini, Giacomo Ga-sparini,Alessandro Bazzana, Pietro Stirpe e Pio Paglia-roli. Riaperte le case storiche della Congregazione inSicilia fu subito promosso il culto alla Madonna:Agri-gento, Palermo e Sciacca ebbero i fifigli di Sant’Alfonsoe conobbero la madre del Perpetuo Soccorso ancoravenerata nelle chiese redentoriste. Ovunque si fon-dòò l’arciconfraternita che nell’isola vantava il numeropiùù alto di sedi. Si distribuivano immagini, piccole egrandi: incisioni, litografifie, medaglie, cartine, libretti eopuscoli con brevi note storiche e preghiere. AvereMIRACOLI STORICIesposta nelle proprie case una immagine della Ma-donna del Perpetuo Soccorso era ritenuto un privile-gio. Gruppi di fedeli, durante il mese di maggio e neisabati dell’anno, si recavano in pellegrinaggio alle crocidelle missioni, recitando il Rosario e cantando l’innodella Madonna del Perpetuo Soccorso, Salve o eccelsaimperatrice, ancora oggi èè tra i canti popolari marianipiùù diffusi e conosciuti con diverse melodie locali. L’a-nima bizantina del popolo siciliano si risvegliava allavista dell’icona mariana che riscuoteva ovunque mani-festazioni collettive di devozione e di grande venera-zione. Fraternamente e superando diffificoltàà enormi, iconfratelli siciliani e quelli provenienti dalla ProvinciaRomana, in grande spirito di amore alla Congregazio-ne redentorista, furono gli instancabili promotori delculto alla Madonna che col passare degli anni fu deno-minata, la bedda matri di li liguorini (la bella madre deiliguorini). Rimase celebre il detto popolare: A la beddamatri di lu succursu facemu ricursu (alla bella madre delSoccorso, facciamo ricorso), che richiamava il motivoalfonsiano di ricorrere a Maria in tutte le necessitàà. Ladevozione entròò cosìì in profonditàà nell’anima religio-sa dei siciliani da rimanere ancora viva oggi in moltiluoghi. j Il Soccorso Perpetuodi Maria 13